LA NOSTRA VISIONE PER IL FUTURO DELL’IMMIGRAZIONE
Introduzione
L’immigrazione è una delle più grandi sfide del nostro tempo. Un tema che ci riguarda come europei, non solo come italiani. Per troppo tempo l’Italia è stata lasciata
Il 2011, con l’inizio delle Primavere Arabe e l’esplosione di nuovi conflitti nell’area mediorientale (a cominciare dalla guerra in Siria), ha necessariamente
La domanda di maggiore sicurezza nelle nostre città
Il
I dati mostrano però una realtà ben diversa, con un minimo aumento degli sbarchi tra il 2016 e il 2017.
Arrivi in Italia al dal 1 gennaio al 27 luglio nel 2016 e 2017
Il sistema penale, già carente in molti aspetti, di certo non aiuta nella percezione di sicurezza in quanto l'idea dell'impunità dei criminali è molto diffusa nel sentire comune dei cittadini italiani. Questo, sommandosi alla pressione mediatica legata al fenomeno della "criminalità immigrata", crea un mix pericoloso, un
I servizi sociali di molti Comuni italiani, duramente colpiti da anni di tagli alle spese, non sono in grado di dare risposte efficaci al crescente bisogno di welfare (aumento legato in maniera diretta al
A
Gli attacchi portati avanti dalle cellule del sedicente Stato Islamico in Europa hanno come regola fondamentale quella di non rispondere ad alcuna logica organizzata. Non seguono alcuno schema, se non quello di seminare paura
È
La misura comunemente nota come “1€ in sicurezza, 1€ in cultura”, che prevede anche mezzo miliardo di investimenti nella riqualificazione delle periferie e il bonus
Sono
La risposta europea alla questione migratoria: dal sistema di Dublino al Migration Compact
Noi FutureDem siamo convinti che sia ormai arrivato il momento di superare gli accordi di Dublino e di portare gli altri Paesi dell’Europa del Mediterraneo a convergere
Il sistema di Dublino fu creato a seguito della caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989), in previsione dei flussi migratori verso l’Europa occidentale che il crollo del blocco sovietico avrebbe certamente determinato. Fu istituito dalla omonima
Fin dalla
Nei due Regolamenti successivi a quello emanato immediatamente dopo la Convenzione, Dublino II e Dublino III, questa impostazione non è cambiata.
Il sistema di Dublino inoltre era rivolto ai rifugiati e non ai migranti economici che col tempo sono divenuti la stragrande maggioranza. La crisi migratoria ha trovato quindi impreparati gli Stati di primo approdo senza una legislazione e fondi mirati per i rimpatri.
L’Italia conosce bene i limiti di questo sistema e per tale ragione il 15 aprile 2016 ha inviato ai Presidenti della Commissione e del Consiglio dell’UE una proposta per impostare un nuovo modello di gestione dei flussi migratori a livello europeo: il Migration Compact appunto. Il nostro Paese
Instaurare rapporti con i Paesi terzi è necessario e questo è il punto sul quale l’Italia vuole che si agisca maggiormente. Senza un dialogo tra i Paesi di partenza e quelli di arrivo è impossibile stabilire un piano efficace di gestione comune dei flussi migratori.
Il 2017 è stato un anno importante nel percorso verso un nuovo regolamento di Dublino. È stata infatti approvata in Commissione LIBE
Come si sta muovendo l’Italia: dal decreto Minniti-Orlando a una nuova visione di cooperazione internazionale
Nel frattempo, l’Italia ha provato a elaborare diverse soluzioni per affrontare le ondate migratorie che interessano le sue coste in questi anni. Soluzioni consistenti sia in provvedimenti relativi alla gestione dei flussi che in misure volte alla promozione della cooperazione internazionale allo sviluppo, la cui visione complessiva noi FutureDem riteniamo assolutamente condivisibile.
I
Questi ultimi anni di governo sono stati segnati da un’attenzione sempre maggiore dedicata alla cooperazione internazionale allo sviluppo e, in modo particolare, a un piano complessivo di investimenti in Africa. La retorica dell’“aiutiamoli a casa loro” è completamente sconfessata quando per “aiuto” si intende la messa in atto di interventi militari senza alcuna prospettiva di lungo periodo per i Paesi interessati.
Siamo
Con la
Per quanto riguarda gli investimenti italiani in terra d’Africa, nel corso dell’ultimo anno il Partito Democratico si è speso molto per l’approvazione dell’Africa Act, una legge delega articolata su tre pilastri (formazione e cultura, lavoro e sviluppo, stabilità e sicurezza) e volta a
Investire in integrazione
I migranti possono diventare un pericolo per la comunità che li ospita solo se, sradicati improvvisamente dalla propria cultura e tradizione, non vengono indirizzati e guidati, ma piuttosto lasciati a sé stessi e alla propria capacità di guadagnarsi da vivere (dal chiedere l’elemosina allo spaccio di droga, passando per furti occasionali).
C’è un forte tema identitario in questa vicenda. Infatti, le più grandi resistenze che gli elettori pongono a un partito che propone di investire in accoglienza e integrazione consistono nella paura di smarrire l’identità nazionale.
È
Integrare significa “rendere parte di”,
I nostri valori fondanti, quelli che ci rendono davvero una nazione, non devono essere minimamente danneggiati dal nostro aprirci all’altro. Tuttavia, dobbiamo anche riconoscere che l’accoglienza è sempre stato un pilastro di quei valori. Negli ultimi anni ci siamo arroccati dietro un'idea posticcia della nostra identità, considerandola il confine dell’Occidente. Ma l’identità è per sua natura una frontiera più che un confine: si ridefinisce con l’evolversi della storia e del pensiero dei popoli. Identità è impianto valoriale condiviso, è costruzione di comunità, è ciò che consente ad un insieme di donne e di uomini di sentirsi parte del medesimo destino collettivo. Il confronto con l'altro e l'accettazione di un sistema di doveri e diritti è ciò che ci consentirà di attualizzare il concetto di identità e di dirigerci verso una vera e piena integrazione.
Se prendiamo atto che il tema dell’integrazione è intrinsecamente legato a quello dell’identità, sorgerà spontanea una domanda: chi è davvero italiano? In particolare negli ultimi anni la discussione sulla questione della cittadinanza è diventata sempre più accesa. A questo proposito, il disegno di legge 2092, al centro del dibattito pubblico nel nostro Paese
Noi FutureDem pensiamo
PROPOSTE
Dialogo permanente tra i
La delicata situazione in cui l’Italia si trova rispetto alla necessità di gestire i flussi migratori in modo efficiente, sicuro e provando al tempo stesso a salvare il maggior numero possibile di vite
Sbarchi nel 2017 (aggiornato al 12 luglio) - Fonte: UNHCR
Gli ingressi irregolari in Europa nel 2016 - Fonte: Frontex
Noi FutureDem riteniamo ormai non più rinviabile l’istituzione di un
Mettere i neolaureati con competenze in lingue mediorientali nelle condizioni di poter dare un contributo nella gestione degli sbarchi
La legge 124 del 2007 ha riformato profondamente il sistema d’intelligence
Le minacce derivanti dal terrorismo internazionale necessitano di nuove competenze da mettere in campo. Gli addetti ai lavori che operano soprattutto nelle aree maggiormente interessate dagli sbarchi hanno più volte denunciato pubblicamente la grave mancanza di personale con competenze linguistiche adeguate. Non di rado è necessario il
Come FutureDem proponiamo quindi una più mirata attività di selezione e assunzione di neolaureati esperti in lingue mediorientali. Il momento dello sbarco è sempre drammatico: in condizioni estremamente complesse,
Una maggiore presenza dello Stato nei centri SPRAR
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